sabato, 30 giugno 2007
Cliff Williams
Cliff si trasferì a Liverpool all'età di nove anni e lì trascorse l'adolescenza. Il suo primo lavoro fu operaio in una fabbrica.
Alla fine degli anni '60 diede le dimissioni per tentare la fortuna come musicista professionista. Insieme al cantante Mick Stubbs, il chitarrista Laurie Wisefield, il tastierista Clive John, il batterista Mick Cook e lui al basso, formarono gli Home
Nel 1970 il sound del gruppo, a metà fra un hard e un soft rock, valse un contratto con la Epic.Nel novembre 1971 gli Home fecero da gruppo spalla ai Led Zeppelin.
Nel 1974, a seguito dello scioglimento degli Home, Cliff Williams tornò in Gran Bretagna per formare un nuovo gruppo, i Bandit, ma nell'estate del 1978 Wiliams lasciò per unirsi agli AC/DC, prendendo il posto di Mark Evans.
Mark Evans
Dal 1975 al 1977 fece parte del gruppo hard rock AC/DC come bassista e back vocals in pianta stabile. Partecipa alle registrazioni ed ai rispettivi tour degli album T.N.T., High Voltage, Dirty Deeds Done Dirt Cheap e Let There Be Rock. Nonostante il grande successo che stava ottenendo la band, Evans lascia nel 1977 e viene sostituito da Cliff Williams (costui è ancora l'attuale bassista) per l'album Powerage. Dal 1978 Evans suonerà in svariate band (tra le quali Finch, Heaven e Contraband). Resta comunque notevole l'apporto artistico di questo bassista nei primi album degli AC/DC, nei quali sono contenuti capolavori come Let There Be Rock, Problem Child, Whole Lotta Rosie, High Voltage, T.N.T., The Jack e molti altri brani di fama mondiale.
venerdì, 29 giugno 2007
Sting
Janis Joplin
è Janis che ribattezza il ruolo della donna nella cultura rock
è Janis che inaugura l'immagine della cantantessa sexy e sfrontata su e giù dal palco
ed è proprio Janis che inventa quell'incredibile stile vocale rauco & elettrico, clonato milioni di volte nei decenni seguenti: da Melissa Etheridge ad Alanis Morissette, da (perché no?) Steven Tyler ad Axl RoseMa dove affonda le radici Janis Joplin? A Port Arthur, la piccola cittadina texana dove nasce (19 gennaio 1943), cresce e dove sviluppa l'insofferenza verso ogni ambiente conservatore che sarà il suo eterno marchio di fabbrica. La musica è una via di fuga per la cantante: fin da ragazza inizia a strimpellare blues e folk per fuggire lontano da questo ambiente che le trasmette solo oppressione e contraddizione. Non è certamente una novità per gli Anni '60, se ne incontravano tante di persone così: infatti nel cammino di Janis ci imbattiamo anche in un certo Jorma Kaukonen, che più avanti diventerà chitarrista dei Jefferson Airplane. E Lady Janis sarà sempre una ragazza problematica: bruttina e sgraziata, si porterà dietro questo complesso di inferiorità che, a contatto con lo scintillio dello showbiz, sarà una delle cause della sua discesa autodistruttiva verso gli inferi.Alcune registrazioni del periodo degli esordi (inedite fino alla morte della nostra) documentano il debito di Janis nei confronti della grande Bessie Smith, ma dimostrano anche che la cantantessa aveva già le carte in regola per vantare uno stile personale ben prima del sodalizio col gruppo che poi la lancerà nel firmamento rock, Big Brother & the Holding Company.Attirata dal richiamo della hippy revolution, nel 1966 Janis si trasferisce a San Francisco (c'era già stata prima, ma di passaggio) ed entra nella band (dal sound molto psichedelico, in linea con la Città dei Fiori). La sua voce è qualcosa di veramente eccessivo e i primi mesi sono sufficienti a regalarle il passaporto per la notorietà planetaria. Anche a dispetto dei musicisti e del materiale: tutti e due non sempre su livelli ottimali.Big Brother non è granché come band, tuttavia quella miscela di blues e psichedelia aiuterà Janis (non sempre lead-singer nei brani del gruppo) ad affinare lo stile solista che nascerà poco dopo: e sarà proprio lei a regalare al combo l'unico briciolo di celebrità. L'anno è il 1967, la canzone è "Ball and Chain" (forse la migliore performance di Janis, catturata su film) e la cornice è lo storico Festival di Monterey, in pieno clima Flower Power.Dopo il debutto su etichetta Mainstream, i Big Brother si legano al manager Albert Grossman e migrano alla Columbia. Janis esce dal gruppo immediatamente dopo la pubblicazione del secondo album, "Cheap Thrills" (che comunque si piazza al top delle chart nel 1968), per inseguire golosi presagi di gloria.L'inizio dell'attività da solista avviene con "I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama!", registrato assieme alla Kozmic Blues Band, un ensemble che comprende persino una sezione fiati e dove suona un trasfuga dei Big Brother (il chitarrista Sam Andrew). Pur essendo un hit, "Kozmic Blues" non è la miglior prova della nostra: la Kozmic Blues Band suona sicuramente più pulita del vecchio gruppo, ma certe vibrazioni soul-rock e quell'atteggiamento un po' distaccato danno un'impressione di generale forzatura. Questo non impedisce alla nostra di incidere hit assolute: per esempio "Try (Just a Little Bit Harder)" e "Little Girl Blue", in cui la sua voce tocca corde inarrivabili di strazio e commozione.Dopo il debut-album, la carriera di Janis Joplin diventa un'amara altalena fra droghe, alcolismo e amori sbagliati che riempiranno le biografie dei successivi decenni. Strano, perché musicalmente le cose cominciano ad andare bene proprio poco prima della morte: finalmente Janis trova una band di supporto più versatile, la Full Tilt Boogie Band, e ci fa l'ultimo disco: "Pearl", mirabilmente prodotto da Paul Rothschild, che aveva creato l'onirico e veemente suono dei Doors. L'album non convince appieno la critica: forse pecca in abrasività, tuttavia "Pearl" è la prova lampante della maturità raggiunta da Janis Joplin nell'ultimo periodo. Gli stili, una volta molteplici e sparsi, formano ora una miscela unica che è blues, è soul, è folk, è rock e non è nessuna delle suddette cose. È solo il Janis sound: e solo se ascoltiamo "Mercedes Benz", "Get It While You Can", e la versione di "Me and Bobby McGee" (hit presa da Kris Kristofferson, che le regalò il numero 1 postumo nelle chart) possiamo capire davvero quale fenomeno di sensualità musicale sia la Signora Janis Joplin.Janis Joplin viene trovata morta per un'overdose di eroina nella stanza di un albergo a Hollywood il 4 ottobre 1970: pochi giorni dopo uscirà "Pearl".La perla entra in circolazione, ma il gioiello... quello non c'è più.
John Paul Jones
Una sua famosa dichiarazione di come è entrato a far parte dei Led Zeppelin è la seguente: "Stavo vagando da un paio di giorni assonnato per casa, dopo diverse collaborazioni non avevo nulla da fare; fino a che mia moglie mi ha detto: "La smetti di trascinarti per casa, esci di qui, fai qualcosa cercati una band!"Avevo appena saputo che un muscista con cui avevo precedentmente collaborato, Jimmy Page, cercava un bassista..."
Jim Morrison
Jim Morrison nacque l'8 dicembre 1943 a Melbourne in Florida, figlio dell'ammiraglio George Stephen Morrison e di Clara Clark, il primo in servizio presso la Marina degli Stati Uniti e la madre casalinga.
Essendo nato in una famiglia militare dovette trasferirsi diverse volte per tutti gli Stati Uniti. Nell'infanzia di Morrison c'è il continuo conflitto con l'autorità della madre, unico punto ed icona nella famiglia per via della mancanza del padre.
A scuola Morrison era tra i ragazzi più colti ma gli piaceva dare spettacolo (note a tutti gli studenti delle sue accademie il suo "fingersi morto" per le scale e dare fastidio in classe), era un acuto lettore e ascoltatore, si avvicinò molto alla cultura beatnik nella sua permanenza a San Francisco (California). La sua infanzia fu molto tormentata, i vari problemi familiari per la mancaza del padre si aggravarono quando (secondo una confessione fatta ad un amico) fu stuprato dal padre stesso, e nel tentativo di dirlo alla madre gli fu dato del bugiardo.
L'incontro fra Morrison e il sesso nell'età adolescenzale fu molto psicolabile, si divertiva a tagliuzzare pagine di fumetti e mettere i personaggi in posizioni osé. Morrison nell'età adolescenziale ebbe anche una ragazza, Tandy Martin, il rapporto con lei fu spesso sconvolgente e frustante: Jim la tormentava dandole fastidio e facendola assistere alle sue sbornie notturne. Prima di partire per San Diego Jim la tormentò per l'ultima volta sotto al finestra di casa sua per poi scomparire nella notte.
Per molti anni Morrison visse dai nonni (lontano dalla famiglia che si era trasferita a Phoenix), frequentando la Florida States University, cercò di ridurre al minimo le sue sbandate notturne per non dare fastidio ai suoi nonni (bigotti e conservatori). Però a Jim la Florida stava stretta, negli U.S.A. erano momenti difficili, la morte di Kennedy e il movimento musicale gridavano un aria di libertà per tutti i giovani e Jim non poteva essere da meno. In quel periodo Jim era appassionato da ogni genere di film cosi decise di traferirsi in California all'UCLA (University of California, Los Angeles), ma quando chiese i soldi alla famiglia, gli fu rifiutato ogni credito e così Morrison si ritrovò senza soldi e un sogno. Decise d'iscrivesi lo stesso all'università, affittò un appartamento a Los Angeles (di cui diede informazioni false alla famiglia, con cui aveva ormai rotto ogni rapporto, facendogli pagare un affitto maggiore per spendere i soldi in libri).
In California Morrison conobbe l'amore della sua vita Pamela Courson (con cui ebbe un rapporto molto tormentato) e Ray Manzarek con cui fondò i "Doors".
Con i Doors
Con i Doors il successo arrivò dopo l'uscita del primo omonimo album; la loro musica era un blues-rock psichedelico assolutamente originale, con le tastiere di Manzarek che davano l'impronta al sound con lisergici motivetti vaudeville, boogie woogie e jazz; con la chitarra-flamenco di Krieger (ora gitana, ora hawaiana) che duettava con le tastiere e creava l'atmosfera giusta su cui poteva incedere la voce (angelica a volte, demoniaca altre) di Morrison... il tutto veniva poi condito da una teatralità da tragedia greca che faceva dei concerti dei Doors un'evento da seguire come se si fosse alla presenza del dio Dioniso (Morrison) impegnato ad istruire le folle.
Tra i vari soprannomi di Jim Morrison si possono ricordare Mr. Mojo Risin (un anagramma del suo nome), il Re Lucertola (da un verso del suo poema epico Celebrazione della lucertola, parte del quale appare nell'album del 1968 Waiting for the Sun), e Jimbo.
Nel 1970 Morrison partecipò ad una cerimonia in stile Wicca, simile ad un matrimonio, con la giornalista/scrittrice Patricia Kennealy, ma egli non considerò la cerimonia molto seriamente, così come racconta in un'intervista nel libro Rock Wives della Kennealy. La relazione infatti non durò molto. La relazione più seria e duratura fu quella con Pamela Courson (22 dicembre 1946- 25 Aprile 1974), da Jim Morrison definita "compagna cosmica", che incontrò per la prima volta a Los Angeles nel 1965 e che morì per overdose tre anni dopo il compagno.
Negli anni di ascesa al successo dei Doors con l'album omonimo e il singolo di maggior successo Light My Fire, lo stile di vita "sesso, droga e rock and roll" di Jim era sempre più intenso; egli divenne così un accanito alcolista e la band ne risentì.
Nel 1969 durante un concerto a Miami, sotto l'effetto di stupefacenti, fu accusato di atti osceni, di aver mostrato i genitali al pubblico, ma di questo ancora non esistono prove certe, essendosi lui sempre proclamato innocente, e non essendoci testimonianze chiare neanche da parte dei suoi stessi compagni di band, a pochi metri da lui, e simulato una fellatio a Krieger mentre suonava: per questo fu poi condannato dopo il processo,
La vita di Morrison può essere presentata con una frase di William Blake: "La strada dell'eccesso conduce al palazzo della saggezza". Già prima della formazione dei Doors faceva uso di droghe allucinogene e beveva alcool in quantità industriali, a volte presentandosi alle registrazioni ubriaco (lo si sente singhiozzare nella canzone Five to One). Spesso indulgeva in una condotta sessuale eccessiva, fatta di sesso con partner sempre diverse o di vere e proprie orge, anche se rimase sempre accanto alla sua musa ispiratrice e compagna di vita Pamela. Troppe volte si è voluta attribuire a Morrison solo quella parte "maledetta" di sè, fatta di eccessi che ben si prestano al successo editoriale e cinematografico; in realtà egli era anche ( e soprattutto...) un uomo colto e sensibile, addirittura timido con le donne tanto da dichiarare che la cosa che preferiva fare con una ragazza era parlarci.
Jim Morrison è stato infine un vero poeta; un poeta che voleva cambiare il mondo, ma che dal mondo fu condannato e poi giustiziato sul patibolo della realta', ergendosi così allo status immortale di Mito..
La poesia
Già nei primi anni dell'adolescenza si poteva intravedere nella personalità di Jim Morrison la sua vocazione di poeta-ribelle. Incominciò proprio in questi anni a tenere un diario dove scriveva le sue prime poesie che sarebbero comparse in futuro nelle sue canzoni.
Circondato da un'aura che lo ha spesso fatto accostare ai poeti maledetti e a quelli della beat generation, Morrison è stato comunque uno dei maggiori ispiratori della (sotto)cultura - almeno a parere di molti - legata all'uso di sostanze stupefacenti, di cui fu accusato di teorizzarne il consumo, confortato dal pensiero di Nietzsche, Rimbaud, Blake, Baudelaire, etc.
Scrisse e pubblicò varie raccolte di poesie, tra cui una pubblicata postuma Tempesta Elettrica, da molti considerata l'apice della sua poetica. Anche gli altri lavori sono comunque più che ottimi, tanto che viene solitamente paragonato a poeti che hanno cambiato la storia della scrittura. Tracce della sua poesia possono comunque essere rintracciate nei primi album della band, considerando che era abitudine musicare le poesie che Jim aveva composto sin dall'adolescenza.
La morte
Molti fans e biografi hanno sostenuto che la causa della sua morte fu un'overdose, i referti medici ufficiali parlano di arresto cardiaco, ma l'autopsia non venne fatta. Jim è sepolto nel famoso cimitero di Pere Lachaise nella capitale francese; oggi la tomba è circondata da un recinto e la lapide originaria è stata recentemente sostituita a causa dei numerosi graffiti lasciati dai fans, anche sulle tombe circostanti. Tale sostituzione, ad opera dei genitori del cantante, riporta una frase in greco antico (ΚΑΤΑ ΤΟΝ ΔΑΙΜΟΝΑ ΕΑΥΤΟΥ) il cui senso si riferisce alla coerenza con cui egli visse e la cui traduzione è: fedele alla sua anima. Morrison è uno di quei pochi prescelti che può vantarsi di avere ancora delle ragazze che ogni tanto si appoggiano sulla sua tomba.
Jim Morrison ancora oggi rimane un icona mondiale e attira ancora a distanza di 35 e passa anni dalla sua morte migliaia di nuovi fan, e i suoi dischi (sia musicali che di poesia), i suoi libri vendono ancora oggi.
La leggenda di Jim Morrison è stata raccontata nel 1991 da Oliver Stone nel film biografico The Doors, con Val Kilmer nella parte di Jim, splendidamente, oniricamente interpretata. Gli amici più stretti di Jim, tuttavia, ritengono che il film dìa una visione del tutto distorta e parziale della realtà. Lo stesso Ray Manzarek, interpellato da Stone in qualità di consulente, sciolse la collaborazione in seguito al rifiuto di Stone di modificare alcune scene ben poco realistiche e molto spettacolari, e da allora riservò al regista parole aspre.
Molte persone credono che Morrison viva ancora in incognito una vita segreta con Pamela. Le voci su una presunta seconda vita vennero ulteriormente alimentate in seguito alla pubblicazione del libro Vivo! di Jacques Rochard, un grafico francese, che sostiene di aver incontrato Morrison a Parigi nel 1980 e al quale Morrison stesso avrebbe confessato di aver inscenato la propria morte per sottrarsi alla pressione della popolarità e dedicarsi alla poesia.
Testimonianze di persone, alcune delle quali ancora in vita oggi, che frequentavano Jim a Parigi ricordano e ricostruiscono i momenti di quella tragica notte del 3 Luglio 1971, in particolare un buttafuori di un locale notturno il "Rock'n'Roll Circus" ricorda di aver visto Jim quella sera nel locale incontrare uno spacciatore che vendeva abitualmente droga a Pamela, Jim sperimentatore di eccessi aveva provato l'eroina solo due giorni prima con Pamela. Poco più tardi il buttafuori viene chiamato da alcuni clienti che dicono di un uomo che si è sentito male alla toilette, ma quando arriva l'uomo è gia stato portato via. Una ragazza hippie che frequentava quel locale ricorda: "Stavo uscendo dalla toilette e vedo un uomo appoggiato alla porta che si lascia cadere a peso morto, qualcuno gli chiede, Mr. Morrison sta bene? Serve aiuto?, poi in due lo prendono di peso e lo trascinano fuori passando da una porta che dà sul retro."
Altri fatti compongono poi alcuni tasselli: un loro amico, il conte Jean de Breteuil, che forniva l'eroina a Pamela il giorno dopo parte in tutta fretta con la sua fidanzata per l'Australia dove rimarrà alcuni mesi. Un altro si confida con un amica modella di Jim, Elizabeth Lariviere (detta Zozo), preoccupato perché Jim possa essere morto in seguito alla droga che gli era stata data. In stato di overdose è importante non addormentarsi, una tecnica usata è quella di immergersi o immergere il corpo in una vasca di acqua fredda, dove è stato poi trovato Mr. Mojo Risin.
In questa storia non c'è niente di misterioso o macchiavellico come spesso si narra attorno ai miti del nostro tempo per renderli immortali, in quei giorni nel mondo parigino della droga c'è molta agitazione, ma anche Pamela ne fa parte, anche lei teme forse ripercussioni, ma la testimonianza ufficiale dell'accaduto è la sua.
I funerali si tengono in segreto la mattina del 7 Luglio 1971 presso l'unico cimitero che ospita gli stranieri a Parigi, Père Lachaise, partecipano: la fidanzata Pamela Courson, il manager Bill Siddons, e gli amici Agnès Varda e Alain Ronay.
Il mito di Jim Morrison (così come quello di altre star "bruciate" come Elvis Presley, Kurt Cobain, James Dean e Marilyn Monroe) vivrà per sempre. E così come per questi ultimi, il prezzo da pagare per l'immortalità è stato la vita stessa, prezzo questo che nel caso di Jim ci piace pensare che sia servito ad acquistare un biglietto di sola andata per un viaggio di piacere al Paese oltre le Porte.
Piccola curiosità
mercoledì, 27 giugno 2007
Duff McKagan
Riceve già i primi rudimenti del basso da suo fratello maggiore Bruce, ancor prima di finire le elementari. Nonostante questo sia sempre stato il suo strumento principale (in omaggio a Sid Vicious, il suo idolo, iniziò a portare al collo un lucchetto e una catena), ha suonato la batteria in numerose band. All'età di diciannove anni compra un nuovo basso e un amplificatore, e parte per Los Angeles, dove suona in dozzine di band, tra le quali The Fartz e Ten Minute Warning.
Dopo aver risposto a un annuncio di una band, i Road Crew, che cercava un nuovo bassista, conosce Slash, chitarrista, e Steven Adler, batterista. Nel 1985 i tre si uniscono a Izzy Stradlin e Axl Rose, dando vita ai Guns n' Roses, che esordiscono il 6 giugno 1985 al Troubadour di Los Angeles.
Si sposa per la prima volta il 28 maggio 1988 con Mandy Brix, cameriera in un ristorante giapponese di L.A. e membro della band The Lame Flames. Divorziano nel 1990. Si risposa nel settembre del 1992 con Linda Johnson, per poi divorziare nel settembre del 1995.
Dopo la separazione dai Guns N' Roses, avvenuta nel 1998, Duff affronta un percorso di disintossicazione da alcool e droga, torna a Seattle per stare vicino alla madre, affetta da morbo di Parkinson e deceduta nel 2000. Fonda numerose band, di vita breve, partecipa marginalmente al progetto di Slash, gli Slash's Snakepit, e collabora con Izzy Stradlin nella registrazione del suo disco, Beautiful Disease.
Dal 2002 entra a far parte dei Velvet Revolver, un gruppo Hard & Heavy composto da Slash, Matt Sorum (batterista che ha sostituito Steven Adler nei Guns n' Roses), Scott Weiland, cantante leader degli Stone Temple Pilots e da Dave Kushner, chitarrista del gruppo hard rock Wasted Youth.
L'album d'esordio, Contraband, è uscito l'8 giugno 2004.
BASSO ELETTRICO
Corpo
Sono presenti sul mercato anche bassi elettrici con la cassa armonica cava (hollow body) ma le caratteristiche sonore di questi strumenti li rendono adatti solo a pochi contesti musicali.
Manico
Il manico bolt-on consiste nell'avvitare il manico al corpo dello strumento nel quale è stata ricavata un'apposita sede. La precisione della fresatura della sede è determinante ai fini della qualità sonora. In molti strumenti economici, questa lavorazione permette di nascondere eventuali difetti di fabbricazione, che vengono corretti con spessori di legno interposti fra il manico ed il corpo. Questo costituisce una grave perdita di continuità delle vibrazioni.
Il manico può essere anche inserito nel corpo, o meglio, costituire la parte centrale del corpo, prolungandosi fino alla fine dello strumento. Questo metodo permette al manico un contatto molto efficace con il corpo, a tutto vantaggio della trasmissione delle vibrazioni. Non sempre però il manico inserito nel corpo costituisce un vantaggio in termini di trasmissione delle vibrazioni, poiché la vibrazione viene prodotta non solo dalle corde ma anche dal manico (e dal corpo) del basso stesso. Di conseguenza quando si ha un manico avvitato (che non è quindi un pezzo unico dalla paletta fino all'estremità inferiore dello strumento), la parte di legno sottoposta a vibrazione è più corta e determina quindi una risposta più rapida. In altre parole, un pezzo di legno di mezzo metro di lunghezza sottoposto ad una sollecitazione vibra in un tempo minore rispetto ad uno di un metro. Il risultato che ne consegue è che un basso con un manico avvitato ha una risposta di suono più immediata e quindi un attacco decisamente più rapido. I bassi con il manico in un pezzo unico hanno quindi sicuramente una buona trasmissione delle vibrazioni, ma sicuramente più lenta rispetto a quelli bolt-on.
Tastiera
Nel primo caso, ogni tasto definisce l'avanzamento di un semitono della nota prodotta. Il tasto è una barretta metallica inserita nella tastiera perpendicolarmente alle corde. Questo tipo di tastiera consente anche l'applicazione allo strumento della tecnica esecutiva slap, dove si percuote con decisione una corda con un dito, solitamente il pollice della mano destra, facendolo urtare ai tasti e con un altro dito, solitamente l'indice, si "strappa" un'altra corda di una tonalità più alta. Questa tecnica produce un suono percussivo e metallico, molto utilizzato nella musica funk.
Nel secondo caso invece, nei bassi elettrici fretless (senza tasti), l'altezza della nota prodotta varia spostando il punto in cui la corda viene premuta sulla tastiera. Essendo prive dei tasti, e non essendo indicate solitamente le posizioni delle note, i bassi di questa categoria necessitano di una buona conoscenza dello strumento per emettere suoni intonati. Tuttavia alcuni bassi fretless riportano, al posto dei tasti, degli inserti in legno di tipologia differente da quello della tastiera, che consentono all'esecutore di individuare la posizione della nota cercata.
Le tastiere più comuni ospitano 21 o 24 tasti.
I legni più utilizzati con cui si realizzano le tastiere dei bassi elettrici sono l'ebano, estremamente duro e liscio, perfetto per i bassi fretless, ed il palissandro, meno pregiato anche a causa della maggiore porosità del legno, che a suo vantaggio offre rispetto all'ebano una minore deformazione dovuta agli agenti atmosferici (caldo, freddo, umidità, ecc.). Altresì frequenti il palissandro brasiliano (detto anche Pao Ferro) più duro dell'africano, e l'acero. Negli ultimi anni, sulla scia dei bassi costruiti da Steinberger, è invalso l'uso di materiali sintetici, anche solo per le tastiere, come per il fabbricante italiano Laurus, che usa una particolare resina fenolica.
Corde
Pick-up
Un pick-up aggiuntivo di tipo piezoelettrico, può essere installato sotto il ponticello che tiene le corde attaccate al corpo. In questo punto, le vibrazioni dello strumento sono fortissime, e questo sensore può così cogliere dettagli sonori e brillantezza che completano il suono prodotto dal basso elettrico.
Circuitazione
Nei circuiti passivi si fa uso di pochi componenti elettronici, come potenziometri e condensatori, che possono solo modificare il volume e applicare un filtro passivo di tipo passa-basso al segnale. Il suono dello strumento sotto forma di segnale elettrico è quindi condotto all'amplificatore per mezzo di un conduttore elettrico schermato.
Nei bassi elettrici attivi è invece presente una circuitazione elettronica alimentata da batterie. Questa permette di equalizzare il suono con sofisticati filtri attivi, capaci di aumentare o diminuire le frequenze impostate anche fino a 20 decibel. Inoltre, il debole segnale presente all'uscita del pick-up viene amplificato dal circuito prima di essere convogliato nel conduttore elettrico che porta all'amplificatore. Questo aumenta notevolmente l'immunità del segnale elettrico ai disturbi.
Ponte
Capotasto
Truss rod
Le origini
Il basso elettrico rappresenta una radicale svolta nel panorama musicale, fornendo alla sezione accompagnamento dei complessi uno strumento facilmente trasportabile, amplificabile e più semplice da suonare rispetto al contrabbasso:
L'aggiunta al basso elettrico dei tasti ha permesso allo strumento di diventare molto più facile da imparare, e soprattutto più precisa la nota emessa (da qui il nome "precision").
L'uso di un pickup associato al corpo solido ha reso più efficace l'amplificazione dello strumento, che si è evoluta in seguito fino alla produzione di amplificatori capaci di erogare potenze di svariate centinaia di Watt.
Il Fender Precision Bass del 1951 fu il primo messo sul mercato con un pick-up di tipo single coil a quattro poli a singolo avvolgimento e un corpo piatto e spigoloso. Nel 1954 il corpo fu smussato ed arrotondato per migliorarne l'ergonomia. Nel 1957, il pick-up venne sostituito da uno split coil pick-up, separato in due elementi. Il battipenna subì sostanziali modifiche, come anche la paletta.
Questo modello del 1957 diventò uno standard nell'industria dei bassi elettrici, ed è ancora disponibile sul mercato. Un modello simile, ma rivisto e migliorato è il Fender Jazz Bass, che fu introdotto nel 1960.
Seguendo le orme di Leo Fender, altre industrie di strumenti musicali, quali Gibson, Danelectro e molte altre, iniziarono la produzione di versioni personalizzate di basso elettrico. Il contrabbasso divenne così obsoleto in molti generi musicali, lasciando spazio al più compatto basso elettrico, che permetteva al bassista una migliore agilità sul palco, e risolveva i problemi di amplificazione.
lunedì, 25 giugno 2007
Stevie Wonder
George Benson
domenica, 24 giugno 2007
improvvisazione di jaco pastorius
improvvisazione di jaco pastorius..
Jaco Pastorius
Suonava generalmente un basso elettrico fretless (senza tasti). Con il suo stile particolare è riuscito a caratterizzare lo strumento come solista, e ridefinire il ruolo del basso elettrico nella musica, suonando simultaneamente melodie, accordi, armonici ed effetti percussivi.
Per numerosi bassisti (dal pop all'heavy metal) è un importante punto di riferimento.Nato a Norristown (Pennsylvania), Pastorius crebbe a Fort Lauderdale (Florida) dove si avvicinò alla musica suonando la batteria. A causa della frattura di un polso, cominciò a suonare il basso elettrico, prediligendo i generi R&B e pop e guadagnandosi la fama locale.
Dal 1976 la sua fama iniziò ad espandersi a livello internazionale con l'album Jaco Pastorius; nello stesso anno iniziò a suonare con gli Weather Report in due brani dell'album Black Market, e stabilmente dall'album Heavy Weather 1977, pubblicando poi diversi album. Nello stesso anno collaborò con Pat Metheny e Bob Moses nell'album "Bright size life".
Nel tour che segue l'uscita di Heavy Weather, in concomitanza con le prime manifestazioni dei suoi disturbi psichici, Jaco cominciò a far uso di alcolici, che fino allora aveva sempre ripudiato a causa dell'alcolismo di suo padre.
L'anno successivo sempre con i Weather Report suonò in "Mr. Gone" (1978), poi nel live "8:30" (1979) e in "Night Passage" (1980).
A causa della crescente tensione con Joe Zawinul, Jaco lasciò i Weather e iniziò una carriera da solista, pubblicando Word of mouth (album di composizioni orchestrali tra le quali "Three views of a secret"). Suonò in vari album di Joni Mitchell "Mingus", "Hejira" e "Shadows and lights" con Pat Metheny, Michael Brecker e Don Alias.
Le dipendenze da alcolici e droghe accentuarono il suo squilibrio mentale (disturbo bipolare); le sue relazioni con i manager dell'industria discografica e i gestori dei locali peggiorarono al punto da non trovare nessuno disposto ad ingaggiarlo per un concerto.
Jaco trovò la morte il 21 settembre 1987, in seguito ad un brutale pestaggio da parte di un buttafuori di un locale di Fort Lauderdale. Giorni prima, era il 12 settembre, Jaco, ubriaco fino all'eccesso, venne cacciato da un concerto di Santana al Sunrise Music Theatre per continui fastidi ed interruzioni. Egli vagò per tutta la notte fino a trovare il "Midnight Bottle Club", locale malfamato alla periferia di Fort Lauderdale.
Nonostante gli fosse impedito di entrare, dato che l'accesso era riservato ai soci, il bassista insisteva di fronte alle negazioni del buttafuori, Luc Havan. Infine questo ultimo, esperto in arti marziali, picchiò violentemente Pastorius con diversi colpi di karate. Quando la polizia arrivò sul posto trovò il musicista steso a terra, morente con il cranio fratturato e con gravi ferite. Havan fu arrestato per omicidio di secondo grado e condannato a ventidue mesi di carcere e cinque anni di libertà vigilata. Dopo quattro mesi fu rilasciato per buona condotta. Dopo nove giorni di coma Pastorius morì ed il mondo della musica perse uno dei più talentuosi bassisti della storia della musica
sabato, 23 giugno 2007
Led Zeppelin
Patience
I sit here on the stairs 'Cause I'd rather be alone If I can't have you right now I'll wait, dear Sometimes I get so tense But I can't speed up the time But you know, love there's One more thing to consider Said woman take it slow And things will be just fine You and I'll just use a little patience Said sugar take the time 'Cause the lights are shining bright You and I've got what it takes to make it We won't fake it Aah, never break it 'Cause I can't take it
...little patience, mm yeah, mm yeah, need a little patience, yeah, just a little patience, yeah, some more pati.. I've been walkin' the streets to night just trying to get it right it's hard to see when so many around You know I don't like being stuck in a crowd And the streets don't change, but baby the names I ain't got time for this game 'Cause I need you, yeah but I need you, oh I need you, woh I need you, ooh This time
The mamas and papas
I Mamas and Papas erano un gruppo musicale statunitense formato da:
John Edmund Andrew Phillips (30 agosto 1935 - 18 Marzo 2001)
Holly Michelle Gilliam (4 giugno 1944)
Dennis Gerard Stephen Doherty (Halifax, Nova Scotia, Canada 29 novembre 1941 - Mississauga, Ontario, 19 gennaio 2007)
Cass Elliott (19 settembre 1941 - 29 luglio 1974)
John Philips, sposato con Michelle Gillam nel 1962, fondò i Mamas & Papas.nel 1965, Assieme a loro Cass Elliott, che come John aveva lavorato a New York nel giro del Village, e Denny Doherty. Riuscirono a spuntare un contratto con una nuova etichetta: la Dunhill e cominciarono a fare concerti. È del 1966 il loro primo disco California Dreaming, che ebbe un discreto successo (molto di più la cover italiana Sognando la California dei Dik Dik), ma fu con Monday Monday che diventarono n°1 negli USA. Da li furono una serie di successi uno via l’altro come Ceeque Alley, Dedicated to the one I love, Dancing in the street e I saw her again. I pezzi, scritti da Philips erano di prim’ordine, gli arrangiamenti vocali estremamente curati e i musicisti che li accompagnavano tra i più quotati session men del circuito Hollywoodiano di conseguenza un grosso apporto di fan. Nel 1967 comincia il declino del gruppo:in parte dovuto alle liti coniugali tra John e Michelle e lo scioglimento arriva nel 1968. La casa discografica fa ristampare tutti i loro dischi e nel 1971 c’è un tentativo di riunione che produce l’album People like us che non è comunque all’altezza dei precedenti lavori. John cerca fortuna come produttore cinematografico, Michelle come attrice e Mama Cass inizia una carriera da solista, peraltro disastrosa, e muore di morte naturale (i maligni dicono si sia soffocata con un panino mentre faceva il bagno) a Londra nel 1974. I Mamas & Papas, con i loro abiti stravaganti e l’aria da eterni vagabondi, cavalcarono l’ondata hippy tanto di moda in quegli anni e riuscirono ad imporre un marchio di fabbrica che dura tuttora
Fats Domino
E' stato il cantante afro-americano che ha avuto il maggiore successo durante tutti gli anni '50 e nei primi anni '60. Il fascino del suo pianoforte è dovuto al suo stile vagamente blues ed influenzato dal boogie woogie, dal taglio pervaso di classe e dominata da un caratteristico quanto inimitabile stile vocale.
Fats" Domino nasce in una famiglia dedita alla musica (suo padre era un apprezzato violinista) ed impara presto a suonare. A 14 anni, lascia la scuola per poter suonare in qualche locale notturno. È proprio in un locale che conosce il produttore Dave Bartholomew, con cui scriverà nel 1949 il suo primo pezzo di successo, "The Fat Man", considerato uno dei primi pezzi rock and roll.
giovedì, 21 giugno 2007
Devo
Gianni Togni
Dopo alcune esperienze musicali con l'album "In una simile circostanza" del 1975 (poi ripubblicato nel 1981 con il titolo "Com'ero") e come supporter ai concerti dei Pooh, ottiene un notevole successo nell'estate del 1980 con il singolo "Luna" inserito nell'album "... E in quel momento". La felice vena creativa prosegue anche negli anni successi con gli album "Le mie strade" (1981), "Bollettino dei naviganti" (1982) e "Gianni Togni" (1983). Gli anni successivi sono stati caratterizzati dalla ricerca da parte dell'artista di musicalità nuove che non hanno sempre incontrato il favore del pubblico. Gianni Togni ha anche scritto musical sinfonici come Hollywood del 1998 con Massimo Ranieri, e "G.G" un musical su Greta Garbo commissionato dal teatro stabile di Stoccolma, andato in scena nel febbraio 2002, e musiche per la TV ed il Teatro.
The Doors
Il rock che schiude le porte della percezione.Venice Beach, Los Angeles, 1965: due studenti di cinema della UCLA stringono amicizia, e spinti dalla comune passione per la musica e la poesia maledetta decidono di mettere n piedi una band. Sono Jim Morrison, figlio ribelle di un ufficiale della Marina militare e Ray Manzarek, originario di Chicago e già membro dei Rick & The Ravens, una blues band in cui suona le tastiere al fianco con il batterista John Densmore. Sarà proprio quest'ultimo, insieme al chitarrista Robby Krieger, ha completare il quartetto che alla fine dello stesso anno si battezzato The Doors.Il nome del gruppo s'ispira a "Le Porte Della Percezione" di Aldous Huxley, un saggio che studia gli effetti sulla mente della mescalina, sostanza allucinogena contenuta nel peyote. Il titolo del libro prende spunto a sua volta da una frase del poeta e pittore inglese William Blake: "Se le porte della percezione fossero sgomberate, ogni cosa apparirebbe così com’è, infinita". Insomma i Doors si pongono come i continuatori, in veste rock, di quella letteratura visionaria che avuto i suoi massimi rappresentanti in Rimbaud, Baudelaire, Maupassant, Burroghs e Ginsberg.Iniziano ad animare la notte losangelina dal palco del London Fog, un locale di Sunset Boulevard. Il loro rock-blues psichedelico, lontano anni luce dal sound della West Coast alla Beach Boys, ha il respiro di qualcosa di assolutamente nuovo e i quattro approdano trionfalmente al mitico Whiskey A Go-Go. Il passo verso il contratto con la Elektra è breve e nel gennaio del 1967 pubblicano il loro primo omonimo album.Frutto di due settimane di registrazioni, è uno dei più folgoranti dischi di debutto della storia del rock. I versi di Morrison, cantanti con una voce suadente e baritonale, sono un pugno nello stomaco al perbenismo dell'America puritana: il verso finale censurato "Mother, I want to fuck you!", che chiude la lunga e angosciosa "The End", simboleggia al meglio il desiderio di provocare e gridare a gran voce che c'è una nuova generazione di giovani che vuole fare piazza pulita dell'ordine precostituito.Ma non c'è solo Morisson. I Doors sono una grande band che sa mescolare alla perfezione rock, blues, pop e psichedelia: Manzarek sposta i confini della tastiera e dell'organo con lunghe digressioni allucinate (suona e arrangia anche il basso), Krieger sforna riff irresistibili ("Break On Through") e compone uno dei pezzi più celebri della storia del rock ("Light My Fire"), e Densmore non è certo un comprimario. Sono tre musicisti dalla formazione e dai gusti diversi, che riescono comunque a far convivere in modo assolutamente originale e armonioso i loro stili. Il successo di pubblico, enorme, arriva subito e "Light MY Fire" raggiunge il primo posto delle classifiche statunitensi.L'esibizioni dal vivo non fanno che accrescere l'aura mitica che avvolge il gruppo: Morrison è un performer trascinante e gli show del gruppo mirano a coinvolgere il gruppo in un momento di estasi collettiva.Il secondo album, "Strange Days", pubblicato a qualche mese di distanza, conferma il talento e la forza dirompente del gruppo bissando il successo dell’esordio: anche qui si alternano pezzi più melodici e orecchiabili (la trascinante "Love Two Times"), lunghi viaggi nella psiche umana ("When The Music It’s Over" con i suoi 11 minuti di durata) e malinconiche riflessioni di Morrison ("People Are Strange").Nel 1968 i Doors partono per il loro primo tour europeo, durante il quale si esibiscono anche al fianco dei Jefferson Airplane in un memorabile concerto alla Roundhouse di Londra. Nello stesso anno pubblicano "Waiting For The Sun", terzo LP in due anni, il quale, se non tocca i vertici dei primi due lavori, vanta comunque un’altra numero 1 nelle classifiche Usa ("Hello I Love You").Morrison si dedica nel frattempo a progetti artistici paralleli: pubblica due raccolte di poesie, "The Lords" e "The New Creatures", e realizza due film sperimentali con ex-compagni della UCLA.Il ritorno dei Doors non si fa comunque attendere molto, perché nel luglio del 1969 pubblicano "The Soft Parade", unanimemente riconosciuto come il loro più debole lavoro in studio. Il tentativo di integrare archi e ottoni al loro rock-blues psichedelico risulta (con l'eccezione del singolo "Touch Me") poco felice.Ma il momento di stasi creativa è forse imputabile anche alle tensioni createsi all'interno del gruppo, soprattutto a causa della condotta di vita del suo frontman: l'abuso di alcol e droga è ormai accompagnato da atteggiamenti sempre più provocatori ed eccentrici. Il primo marzo di quell'anno Morrison viene addirittura arrestato durante un concerto a Miami per aver mostrato il suo organo sessuale al numeroso (e delirante) pubblico presente. Morrison sembra più interessato a intraprendere una personale crociata contro il perbenismo americano che a fare il musicista, e il resto del gruppo non sempre gradisce.Nel 1970 la band di Los Angeles dà alle stampe "Morrison Hotel", quarto album in studio in carriera: abbandonati gli arrangiamenti sofisticati di "The Soft Parade", è (e rimarrà) il disco più rock dei Doors e segna un deciso ritorno alle radici blues e country, come dimostra il pezzo d'apertura "Roadhouse Blues" (un classico intramontabile). La critica, dopo aver storto il naso per il lavoro precedente, apprezza e rilancia le quotazioni di Morrison e compagni che nello stesso anno pubblicano il doppio "Absolutely Live".È il resoconto di una lunga serie di concerti che i Doors hanno tenuto tra il 1969 e il 1970, ma se da un lato fotografa bene le atmosfere di misticismo collettivo in cui erano avvolte le esibizioni del gruppo, dall'altro mette spesso in evidenza uno stato di quasi perenne incoscienza in cui Morrison era immerso, non nascondendo atteggiamenti di distacco e d'insofferenza verso i riflettori dello showbiz.Le tensioni all'interno del quartetto sembrano però essersi allentate, così il gruppo entra in studio di registrazione per registrare nuove canzoni. Ne esce "L.A. Woman", l'ultimo disco dei Doors con il proprio frontman: la matrice blues non è mai stata così forte in tutta la carriera, e l'album risulta sicuramente il più riuscito dopo "Strange Days". A trascinarlo ci sono la splendida title-track (un rock-blues tirato per oltre 7 minuti) e la struggente "Riders On The Storm", brano di chiusura del disco e testamento artistico di Morrison.Il disco viene pubblicato in aprile del 1971, ma il cantante già dal marzo precedente si è trasferito a Parigi con la moglie Pamela. Ed è proprio qui, nella camera d'albergo dove alloggia, che la notte del 3 luglio muore, in seguito (pare) ad un'overdose. La notizia viene diffusa tre giorni dopo, quando Morrison è già stato sepolto nel cimitero di Pere Lachaise, poco a nord della capitale francese.I tre restanti membri del gruppo, anche per le insistenti richieste della Elektra, tentano di proseguire senza il loro cantante. Se lo sforzo è encomiabile (non si limitano a ingaggiare un nuovo vocalist ma cercano d'intraprendere nuove strade musicali) i risultati sono deludenti: "Other Voices" e "Full Circe", pubblicati tra la fine del 1971 e l'estate del 1972, ottengono uno scarsissimo successo inducendo la band a sciogliersi.Manzarek e Krieger intraprendono una discreta carriera solista: il secondo è sicuramente il più prolifico degli ex-Doors, e con Densmore forma anche la Butts Band, con la quale pubblica due dischi.La fama dei Doors, intanto, cresce in maniera esponenziale con il passere degli anni, e la figura di Morrison raggiunge contorni leggendari, che lo fanno entrare di diritto nel pantheon dei maledetti del rock insieme a Jimi Hendrix e Janis Joplin.A conferma del fascino e l'ammirazione che il gruppo esercita nei decenni seguenti ci sono anche le opere di due grandi registi: "Apocalypse Now" (1979) di Francis Ford Coppola che utilizza "The End" nella lunga e memorabile sequenza iniziale, e "The Doors" (1991) di Oliver Stone, film (molto discusso) sulla breve ma folgorante carriera del quartetto di Los Angeles.
Soft Cell
Soffici, sottili, sofisticati: artisti dell'inconsistenza. Un duo synth-pop che ha lasciato la sua impronta sugli Eighties con la formula dell'elettrosoul, ma che ha ballato per poche stagioni.I Soft Cell nascono a Leeds nel 1980, per iniziativa di Marc Almond (voce) e David Ball (sintetizzatore), studenti di una scuola d'arte. Obiettivo: produrre musica per spettacoli teatrali. Questo background di stampo visual-instrumental li accompagnerà per tutta la parabola dei Soft Cell. Siccome il circuito dei teatri inglesi non è una fonte di guadagni clamorosi, il combo si autofinanzia un EP "Mutant Moments", che li impone all'attenzione di Stevo, capo della Some Bizzare. Stevo ingaggia il producer Daniel Miller e il singolo "Memorabilia", 1981, invade gli scaffali dei musicstore.Nel giro di un anno Almond e Ball vengono catapultati all'attenzione internazionale con "Tainted Love" (scritto da Ed Cobb dei Four Preps), che diventa subito un cult (e lo rimarrà). Il brano è una litania elettro-ipnotica che, grazie al reading soul-style di Gloria Jones, schizza al numero uno delle chart inglesi e si piazza molto bene in tutti i paesi occidentali.Ovvio che segua un LP, "Non-Stop Erotic Cabaret", che ottiene altrettanto successo, immediatamente seguito dalla collezione di remix "Non-Stop Ecstatic Dancing". Il loro synth pop sa di post punk, con incursioni nel new romantic e new wave, le tendenze che impazzano all'epoca. I due non sono degli adoni, ma il loro look homo-dandy-sado-glam piace e fa tendenza. Insomma, i Soft Cell sono una grande promessa. Ma in quegli anni, lo showbiz è pieno di promesse…Nel 1983 battono il ferro caldissimo e sfornano "The Art of Falling Apart", che si rivela una conferma ma anche un'anticipazione del destino del duo. Infatti, dopo la pubblicazione di "This Last Night in Sodom", il gruppo si scioglie.Almond peregrina tra produzioni e altri gruppi, senza trovare una collocazione definitiva: prima si dedica ai Marc and the Mambas (con Matt Johnson dei The The e Annie Hogan), seguendo le tracce dell'elettrosoul e facendo cover di Lou Reed e Jacques Brel; poi passa ai Marc Almond And The Willing Sinners; infine, dal 1987 opta per la carriera solista, ma senza sfondare. Da ricordare la collaborazione con Jimmy Somerville dei Bronski Beat per la fortunata "I Feel Love/Johnny Remember Me".Ball, dopo anni di relativa inattività, riemerge con i Grid, agganciandosi al trend della acid house.Nel 2002, anticipato da una serie di concerti in tutta Europa, esce "Cruelty Without Beauty", il ritorno dei Soft Cell.